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Concordia ed il Vino
Concordia Sagittaria, cittadina nata e sviluppatasi sulle rive del fiume Lemene, racchiude in sé più di 2000 anni di storia. I primi insediamenti, testimoniati dal ritrovamento di ceramica paleoveneta, risalgono al V sec. a. C. Nel 42 a.C. fu fondata dai Romani la città di Julia Concordia; la parola Sagittaria fu aggiunta nel secolo scorso, dopo i primi scavi archeologici, per ricordare la fabbrica di frecce realizzata a Concordia nel III d.C. sotto la minaccia delle prime invasioni barbariche.
Ricca di memorie storiche e di tesori dell'arte quali il Ponte Romano, il Municipio cinquecentesco, il Palazzo dei Vescovi (di una delle più antiche diocesi d'Europa), l'elemento di spicco del suo patrimonio è sicuramente rappresentato dalla Basilica paleocristiana e dagli scavi archeologici circostanti, costituti da una complessa stratificazione di vari elementi: edifici paleocristiani del IV-V sec. (tra cui la Basilica degli Apostoli, ricoperta in parte dall'attuale cattedrale, con il pavimento a mosaico), il battistero romanico e la cattedrale dalle forme gotico-rinascimentali, dovute alla ricostruzione del 1466.
Ma Concordia Sagittaria oggi deve la sua fama anche all'appartenenza dell'intero territorio comunale all'area di produzione dei vini DOC “Lison Pramaggiore”, che si estende sulle tre province di Venezia, Treviso e Pordenone. Le tipologie di vino prodotte sono: Tocai, Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot grigio, Riesling italico, Riesling, Sauvignon, Verduzzo, Merlot, Malbech, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Refosco dal peduncolo rosso.
Il binomio archeologia-vino vuole essere il motivo conduttore dell'iniziativa “Le radici storiche della civiltà del vino”.
Il vino è da considerarsi tra le bevande più antiche e più ricche di tradizioni.
Nacque probabilmente “per caso” (come altri prodotti fermentati quali lo yogurt e la birra) dalla degradazione naturale del succo d'uva; il prodotto finale che si otteneva aveva il vantaggio di poter essere facilmente conservabile: è così che ebbe avvio la tecnica enologica per la messa a punto di metodi che permettessero di ottenere un prodotto standard, agendo sui processi naturali di fermentazione.
Il vino era documentato fin dall'età del bronzo, in Egitto, in Mesopotamia e in Grecia. Il suo utilizzo a quei tempi era legato a funzioni religiose e comunque riservato ai ceti più ricchi. Fonti greche e romane ne attestano, in epoche successive, la presenza di diverse tipologie, anche aromatizzate.
È solo dopo la diffusione in Grecia, dove costituiva una bevanda più diffusa, che il vino viene conosciuto anche in Italia, dove viene importato sia dai Greci, nella colonie della Magna Grecia, che dagli Etruschi (XI – VIII secolo a.C.).
Con l'Impero Romano la vite ed il vino saranno diffusi in tutta l'Europa. Sono proprio i Romani ad affinare le tecniche enologiche; sono loro ad esempio ad introdurre l'utilizzo, per la conservazione, di barili di legno e bottiglie di vetro, mentre fino a quel momento la conservazione era avvenuta solo in anfore di terracotta.
Nel Medioevo è la Chiesa che permette un ulteriore sviluppo della viticoltura e dell'enologia; gli ordini dei Benedettini e dei Cistercensi erano famosi per le loro produzioni di vino.
L'importanza che il vino ha rappresentato nelle diverse epoche storiche, anche come materiale di scambio tra popoli e paesi, è testimoniata dai numerosi materiali e reperti ritrovati.
Esempio recente è quello di Caorle dove, tra il 1992 e il 1993, è stato rinvenuto nei fondali dell'Adriatico un relitto di 23 metri di lunghezza, contenente centinaia di anfore; dalle analisi condotte su alcune di esse si è potuto risalire all'età del relitto, datato tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., e si è potuto rilevare come quasi con certezza trasportassero vino; si ritiene inoltre che le anfore in argilla fossero state prodotte nell'Italia centromeridionale e che il carico fosse diretto verso Aquileia, allora importante centro commerciale noto come la Roma del Nord.
 
Strada dei Vini Lison-Pramaggiore
 

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