Storia

Gli ultimi ritrovamenti archeologici ci permettono di asserire che la Concordia romana sorse su un importante insediamento delle civiltà paleovenete (XII-VIII sec. a.C.).
Resti di fondazioni di capanne, olle, pesi per telaio, utensili e vasellame di cucina e di una fornace ne sono la testimonianza.
Questo insediamento era collegato per mezzo di piste agli altri centri paleoveneti quali Vicenza, Padova, Este Adria, Altino, Oderzo ed altri situati nell’ Isontino e nella Istria.
Dette piste furono utilizzate e trasformate in vie di comunicazione (Via Annia 131 a.C. e via Postumia (148 a.C.) durante l’espansione romana.

All’ incrocio della Via Annia (131 a.C.) e della Via Postumia (148 a.C.), poco lontano dall’odierno centro di Concordia, sorse una “Statio” come posto di ristoro per legionari, corrieri e commercianti ( vedi cartina).
Durante il II triunvirato (Ottaviano, Marcantonio e Lepido) fu fondata tra il 42 e il 40 a.C., la colonia IVLIA CONCORDIA (Sagittaria è solo un’aggiunta della fine del 1800 per ricordare l’importantissima fabbrica di frecce romana) mediante l’invio di un certo numero di cittadini romani con il compito di consolidare le conquiste e coltivare le terre.
I coloni erano abitanti che godevano della piena cittadinanza romana e le colonie ebbero pure lo scopo di offrire una decorosa sistemazione ai veterani delle guerre.
L’organizzazione amministrativa e civile era modellata su quella di Roma.
L’Italia era divisa in XI regioni. Il territorio ove sorgeva Concordia apparteneva alla X regio, cioè la Venetia et Histria e aveva come capitale Aquileia (181 a.C.).
IVLIA CONCORDIA era circondata da possenti mura sulle quali si aprivano sette porte, era dotata di un tracciato stradale regolare di decumani e cardi ed era collegata all’Adriatico ( vedi pianta), ove aveva un porto (Caorle), attraverso il Reatinum flumen (fiume Reatino, dal Medio Evo, fiume Lemene). Resti di una larga strada basolata romana sono visibili davanti alla Cattedrale.
Scavi effettuati in vari periodi hanno messo in luce in Via S. Pietro, i resti di tre arcate e le spallette di un imponente ponte (11m. circa).
Altri rinvenimenti archeologici hanno permesso l’identificazione del foro, del grande teatro (90x70m.), delle terme, della fabbrica di frecce (sagittae) e di un sepolcreto con circa 270 sarcofagi pagani e cristiani con iscrizioni che hanno dato notizie certe sull’importanza della città.
Molti reperti ed iscrizioni si trovano ora presso il Museo Nazionale Concordiese in Portogruaro (Via Seminario). I reperti venuti alla luce durante le recenti campagne di scavo trovano giusta collocazione nel Museo civico concordiese (Via I° Maggio n. 119).

Le origini Cristiane di Julia Concordia
Concordia, favorita dalla sua posizione geografica, si è trovata al centro di importanti vie commerciali fin dall’epoca paleoveneta prima (X sec. a.C.), e romana poi. A quel tempo, infatti, le notizie delle vicende più importanti si spostavano con gli uomini attraverso i grandi traffici, terrestri e marittimi, che diventavano occasione non solo per scambiare mercanzie, ma anche per entrare in contatto con usi e costumi diversi e diversi ideali.
Grazie a ciò il messaggio evangelico dev’essere giunto abbastanza rapidamente nella zona dalla vicina Aquileia e, pur non essendoci alcuna documentazione certa sui tempi dell’introduzione del Cristianesimo a Concordia, è indubbio che la nuova religione si diffuse velocemente attraverso contatti e riunioni nascoste.
Purtroppo i cristiani dovettero per lungo tempo ritrovarsi clandestinamente visto che il messaggio evangelico venne duramente osteggiato da vari imperatori romani tanto da dar vita a numerose e crudeli persecuzioni.
Alcune fonti epigrafiche e letterarie permettono di affermare che già nel III sec. d.C. a Concordia la fede cristiana si era diffusa e consolidata.
Concordia Paleocristiana
Concordia divenuta importante insedia­mento militare romano (I-III sec. d.C.) con notevoli scambi commerciali ed avvicenda­menti di truppe, entrò presto in contatto con le prime comunità cristiane, orientali siriache.
Si costituì, quindi, intorno al III secolo, anche a Concordia, una comunità cristiana che, nel 304 d.C., durante l’impero di Diocleziano, subì una persecuzione e la città ebbe i suoi martiri.
Dopo l’editto di Milano dell’ Imperatore Costantino, editto del 313 che dava termine alle persecuzioni religiose, la comunità di Concordia si organizzò e costruì un primo luogo di culto per custodire e venerare le reliquie dei suoi martiri.
Sorse, allora, nella prima metà del quarto secolo (340-350 d.C.) la Trichora o cella Martyrium .
L’edificio è a forma di croce, con tre absidi semicircolari all’interno, aperto sul davanti con pavimento e lastrine di marmo e mosaico e reca tracce di affreschi alle pareti.
Al centro del pavimento ha un loculo cruciforme nel quale venivano custodite le reliquie dei Martiri.
Il loculo era chiuso da una lastra di pietra sulla quale trovavano collocazione quattro colonnine che sostenevano la mensa per il sacrificio eucaristico.
Successivamente la Trichora venne allunga­ta con la costruzione di un’aula a tre navate e di un atrio lastricato.
Basilica Apostolorum Maior
Tra il 381 e il 389 d.C. demolendo una grande “domus” del I secolo d.C., la comunità cristiana di Concordia, organizzata già dal III sec. sotto la guida di un sacerdote, iniziò la costruzione di una grande basilica (40x20m.) a tre navate, con abside interna a pavimento mosaicato (vedi mosaico) per accogliere le reliquie di S. Giovanni Battista, S. Giovanni Evangelista, S. Andrea, S. Tommaso e S. Luca.
Cromazio, vescovo di Aquileia, consacrò nel 389 d.C. la basilica Apostolorum. Dal sermone da lui pronunciato in tale occasione (che ci è pervenuto lacunoso in alcune parti) si evince non solo una lode alla fede ed alla laboriosità dei cittadini concordiesi, ma soprattutto l’elezione della stessa Concordia a sede episcopale, titolo che mantiene tuttora.
Nel maggio del 391 Concordia ebbe l’onore di una visita degli Imperatori Teodosio e Valentiniano II che da qui promulgarono i due editti “De fide Testium” e “De apostatis”.
Recinti Funerari (faustiniana)
Dietro gli edifici basilicali si trovano tre recinti funerari tra i quali spicca quello di Faustiniana, dotato di altare posto dinanzi al bel sarcofago in marmo greco.
Al centro del sarcofago, sulla “tabula”, c’è l’iscrizione che ricorda la nobildonna romana e ai lati sono scolpiti finemente simboli cristiani.
Il recinto di Faustiniana resta uno dei primi esempi di sacello funerario dotato di altare.
A destra del cortile antistante la Trichora è collocata la tomba del sacerdote Maurenzio che volle essere sepolto davanti alle soglie delle basiliche degli Apostoli.
Sempre a destra del cortile si trovano due recinti funerari con numerosi sarcofagi con tetto spiovente ed acroteri.
Due tombe a fossa racchiudono i resti di due bambini Marsilla e Cirino.
Le lastre tombali portano incise iscrizioni funebri, la prima in latino, la seconda in greco.

QUI GIACE UNA BAMBINA DI DUE ANNI E VENTI GIORNI CHE UNA NUOVA LUCE DELL’ANIMA PRESERVA E L’ALMA FEDE.
VEZZOSO IL CORPO, CUI S’ADDICONO PAROLE DOLCISSIME, LO CONTIENE QUESTO TUMULO, TUTTO IL RESTO INVIOLABILE LO TIENE IDDIO.
DOLCE FRINGUELLO CHE ANNUNCIA LA PRIMAVERA CON CANTO MELODIOSO IL TUO CINGUETTIO PIACQUE SOTTO UN CIELO MIGLIORE.
BENCHÈ TU, MARSILLA, NEL NOME PORTASSI IL SEGNO DEL TUO DESTINO TUTTAVIA SEI DA CONSIDERARE UNA STELLA ANCHE DAI TUOI COMPAGNI DI FEDE.
FU DEPOSTA IL 5 LUGLIO.

QUI RIPOSA NEL SIGNORE AURELIO CIRINO, FIGLIO DI EVANGRIO, ORIGINARIO DEL VILLAGGIO DI SECLA IL QUALE VISSE DUE ANNI E OTTO MESI.
Invasioni barbariche
Concordia, come Aquileia ed altre città di confine, subì rovinose invasioni barbariche, in particolare il passaggio degli Unni di Attila (452 d.C.), che costrinse gli abitanti a rifugiarsi sulle isole della laguna di Caorle. Calmati i tumulti, i Concordiesi rientrarono e avviarono la ricostruzione della città.
Per Concordia fu però più nefasta di Attila la terribile alluvione del 589 d.C. (ricordata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum) che coprì il territorio di un alto strato di fango e detriti portati dalle piene dei fiumi, stravolgendo la morfologia dei luoghi.
La popolazione che aveva abbandonato il territorio, appena possibile rientrò e pose mano alla ricostruzione sotto la guida del suo vescovo.
Crollata la basilica Apostolorum Maior, si ricostruì una seconda basilica di cui rimane un tratto di muro sopra l’abside della prima chiesa. Da reperti quali capitelli, plutei, ambone, pilastrini che si trovano nel museo civico, in cattedrale ed in altri luoghi, possiamo avanzare l’ipotesi che questa seconda basilica fosse riccamente decorata. Nei primi decenni del X secolo Concordia subì l’invasione degli Ungari che distrussero nuovamente gli edifici.
La Cattedrale
Nella seconda metà del X secolo una nuova cattedrale fù costruita ad opera del vescovo Alberico, sopra le precedenti due basiliche e fu dedicata a S. Stefano protomartire.
Probabilmente, in origine, aveva una struttura a croce latina: a navata unica con due cappelle laterali.
Il successore Benno, ottenne dall’ imperatore Ottone III il diploma di feudatario fra il Livenza ed il Tagliamento, cioè la diocesi di Concordia.
Con ogni probabilità, già sul finire del XIII secolo la struttura architettonica della Cattedrale iniziò a subire vari rimaneggiamenti: a questo periodo infatti, è possibile far risalire la costruzione delle navate laterali e gli affreschi, ancora in parte visibili alle pareti.
Importanti modifiche vennero poi effettuate nel XV secolo, ad opera del vescovo A. Feletto III (1455-1488), che fu il probabile artefice della nuova facciata in stile rinascimentale.
All’interno si possono ammirare tele di varie epoche, un crocifisso ligneo del XV sec., la statua della Madonna del 1904 e gli stalli canonicali del XIII-XIV sec.
Nella cappella dei Martiri è esposto il tesoretto della cattedrale formato da reliquiari, teche e calici.
All’ interno del sacello, recintato da una balaustra, è conservata l’ urna contenente le reliquie dei martiri, deposte in un sarcofago romano risalente al I sec. d.C.
Sopra l’altare in stile neo-gotico si trova la
pala del Padovanino (1588-1648), raffigurante la distribuzione dell’acqua miracolosa che trasudava dalle reliquie dei martiri.
A testimonianza di questo evento ci rimane una boccetta sigillata datata 1870, che contiene parte del liquido e che appartiene al Tesoretto della Cattedrale.
Presso l’entrata principale ci sono due acquasantiere: a sinistra una ricavata da una fontanella romana del I sec.
Addossata alla cattedrale fù eretta, nel 1150,
la torre campanaria in stile romanico.
Il Battistero
Chi visita Concordia non può non rimanere stupito alla vista di una costruzione triabsidata che sorge tra la cattedrale, il campanile, l’ex palazzo vescovile (ora canonica) e il municipio. Si tratta del Battistero medievale innalzato tra il 1089 e l’ 1105 dal vescovo Regimpoto la cui tomba con iscrizione latina è addossata alla parete di destra dell’ atrio.
La costruzione è in stile romanico con influenze bizantine e attraverso un piccolo atrio a capanna, si entra in un vano a croce greca su base quadrata, aperta a trifoglio, con tre absidi semicircolari e soffitto a cupola.
Il battistero è decorato da affreschi: nella cupola e sul tamburo sono raffigurati Cristo benedicente, angeli, profeti ed evangelisti con i loro simboli.
Nella calotta absidale è affrescato il battesimo di Gesù e nelle nicchie sottostanti sono raffigurati apostoli, santi e personaggi biblici.
Il Battistero di Concordia, allo stato attuale, rimane l’unico battistero dell’ XI secolo in Europa a conservare la decorazione originale pressoché interamente leggibile dal punto di vista iconografico.

Palazzo Vescovile
Il palazzo vescovile, ora casa canonica fu costruita dal vescovo Battista Legname intorno al 1450.
Era un palazzo di stile venezia­no, La cui facciata al pianterreno presentava originariamente un ingresso imponente, architravato, sostenuto da quattro colonne sormontato da un timpano marmoreo, dove era scolpita un’ iscrizione in onore del vesco­vo costruttore. Al primo piano, sopra l’ingresso principale, si apriva una loggetta bifora; ai lati erano presenti due coppie di finestre trilobate in stile gotico-veneziano. Altre finestre più semplici completavano la facciata.
Sulla parte destra dell’edifico si innalzava un terzo piano (oggi scomparso). Al piano terra, sem­pre a destra, c’era una cella prigione con volta a botte di cui restano i segni nella fac­ciata.
Anche se la sede fu trasferita a Portogruaro (1586), i vescovi mantennero in funzione il palazzo di Concordia, che fu anzi ampliato. Alla fine del XVIII secolo, il palazzo subì delle spoliazioni: furono asportate le colonne e il timpano.
L’interno fu risitrutturato negli anni ‘60 e la parte esterna e il pianterreno nel 1999. Addossata all’ingresso di servizio, sul lato nord, sorge una piccola costruzione edificata nei primi del ‘900 dal parroco di Concordia, don Celso Costantini, divenuto poi cardinale. Sui muri esterni egli inserì reperti archeologici di varie epoche e modellò due medaglioni raffiguranti Rufino Turranio e Paolo Monaco, illustri personaggi concordiesi del periodo paleocristiano.
Palazzo Comunale
Il Palazzo del Comune, dalla linea elegante e severa, in stile rinascimentale con ampia loggia, forma, con la casa canonica (già sede vescovile), con il battistero, la torre campanaria e la cattedrale, un complesso architettonico e monumentale di grande interesse e suggestione. Alla sua erezione, avvenuta intorno al 1523, concorse, unita­mente alla comunità concordiese, il vescovo di Concordia Giovanni Argentino. Forse in memoria del vescovo costruttore, è nata la consuetudine secondo la quale, al suo primo ingresso in Concordia, ogni nuovo vescovo, prima di prendere possesso della cattedrale, assume i sacri paramenti in municipio rice­vendo l’omaggio delle autorità. Il palazzo dispone, a testimonianza delle sue antiche origini, di un’ampia scalinata che agevolava l’accesso a quelli che un tempo giungevano al suo approdo per via fluviale. Danneggiato dall’incendio del 23 gennaio 1920, il Palazzo è stato restaurato in tutto conforme al modello preesistente. Un’accurata riparazio­ne del Palazzo stesso ebbe luogo dopo l’incendio dell’8 dicembre 1969, che devastò l’aula consiliare e gli uffici.

Chi giunge a Concordia da mezzogiorno, percorrendo la strada che costeggia il Lemene verso levante, si trova di fronte la suggestiva immagine del centro del paese che si specchia nel placido fiume Lemene.
Dal complesso spicca la torre campanaria, quasi vigile sentinella e come antenata che rimanda nel tempo, da tanti secoli, il richiamo millenario di questa antica città romana e cristiana.
Concordia parla a chi sa ascoltare, si mostra a chi vuol scoprire, perché sa offrire i documenti del suo lontano passato e custodisce gelosamente i cimeli della sua storia gloriosa.
Le antiche origini di Concordia non debbono tuttavia dimenticare il presente: oggi essa è un Comune della provincia di Venezia di oltre diecimila abitanti, centro agricolo, artigianale e commerciale, in continua espansione, grazie alla sua gente attiva e laboriosa, ricca di vitalità e ingegno, nello sforzo di costruire un futuro migliore.
In Concordia passato e presente convivono nello spirito della sua gente, come antico e moderno nella struttura urbanistica, non senza qualche difficoltà, perché le esigenze dell’ uno si scontrano talvolta con quelle dell’altro.

Fotografie

Concordia Sagittaria 3000 anni di Storia